Il 12 gennaio è stato dato il via libera al Piano nazionale di ripresa e resilienza per dare attuazione al programma europeo Next Generation Eu. Si tratta di un fondo speciale volto a finanziare la ripresa economica del vecchio continente nel triennio 2021-2023 con titoli di Stato europei (Recovery bond) che serviranno a sostenere progetti di riforma strutturali previsti dai Piani nazionali di riforme di ogni Paese. Approvato martedì sera dal Cdm, vale 222,9 miliardi.
In particolare, sei le missioni previste: 1) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4) Istruzione e ricerca; 5) Inclusione e coesione; 6) Salute. Per digitalizzazione e cultura sono stanziati 46,18 miliardi. Per la rivoluzione verde 68,9 miliardi, per le infrastrutture 31,98 miliardi, per l’istruzione 28,49 miliardi, per l’inclusione e la coesione 27,62 miliardi e per la salute 19,72 miliardi.
Con il Piano, il governo intende massimizzare le risorse destinate agli investimenti pubblici, la cui quota supera il 70%. Gli incentivi a investimenti privati sono pari a circa il 21%. Impiegando le risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 non ancora programmate, è stato possibile incrementare gli investimenti di circa 20 miliardi per nuovi progetti in settori importanti, che comprendono la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l`infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.
Per maggiori informazioni in allegato il testo integrale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: