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L’Internet of Things è qualcosa di più complesso della semplice applicazione di una singola tecnologia in azienda: IoT, infatti, non significa soltanto applicare la connettività a determinati dispositivi. I dati prodotti vanno infatti gestiti, trattati e resi fruibili alle aziende e agli utenti finali, in maniera tale da rendere possibile la costruzione di nuovi servizi/soluzioni. Un compito che difficilmente può essere svolto in esclusiva da un solo vendor o fornitore di tecnologia, ma che richiede la collaborazione di attori diversi, lato hardware, software, applicativo, ecc.
L’IoT come fattore di innovazione
Tutto questo è perfettamente noto a un operatore come Software AG, che in questi anni ha sviluppato numerosi progetti IoT, come racconta Francesco Maselli, Vice President loT & Analytics GTM CoE EMEA di Software AG: “Ci rendiamo conto che l’IoT viene certamente introdotto per intervenire sull’efficientamento produttivo, ma quello su cui più stanno puntando i nostri clienti è legato all’innovazione, vale a dire per abilitare la creazione di nuovi prodotti e servizi. In quest’ottica bisogna essere capaci di mettere a fattor comune tante diverse entità che normalmente non collaborano insieme in un approccio IT tradizionale. Mi spiego: nell’approccio classico di norma ci si ritrova con un’esigenza di business a cui è chiamato a rispondere il reparto IT, che ha in mano tutte le carte per realizzare il progetto, applicativo o infrastrutturale. Il numero delle parti coinvolte, dunque, resta abbastanza limitato. Quello che stiamo notando è che l’IoT presuppone il coinvolgimento di un ecosistema molto più ampio”.
La strategia di Software AG
Innanzitutto l’IoT significa avere a che fare con degli oggetti, che possiedono una loro identità e specificità, dunque occorre lavorare con chi conosce questi apparecchi, vale a dire interfacciarsi con gli esperti dell’Operation Technlogy (OT). Inoltre bisogna circondarsi di esperti nell’hardware di collegamento e nella connettività, dialogare con i service provider, persino con operatori come le telco che offrono la possibilità di strutturare e scalare i servizi costruiti a partire dalla disponibilità di dati. La parola magica nella costruzione di un ecosistema IoT, non a caso, è coopetition: “Su alcune opportunità lavoriamo insieme ad alcuni attori che in altri frangenti sono invece nostri competitor, a seconda di quello che è lo specifico obiettivo del cliente e del singolo progetto.