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L’inevitabile diffusione dei sistemi di Intelligenza artificiale e l’impatto sulle nostre vite stanno ponendo significativi interrogativi sotto diversi profili: etici, di diritto, sociali e, certamente, di protezione dei dati personali. Da qui l’esigenza di gestire, normalizzare e regolarizzare il flusso di dati personali necessari ad alimentare l’IA. A questa esigenza il legislatore europeo ha dato risposta con il Regolamento 2016/679 UE (GDPR). Vediamo come la normativa affronta una tecnologia in accelerazione come l’Intelligenza artificiale.
Prima di entrare nel merito dell’argomento di questo articolo – l’Intelligenza Artificiale e la protezione dei dati personali – vediamo alcune definizioni di IA:
scienza che si propone di sviluppare macchine intelligenti disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di Sistemi hardware e Sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana ramo dell’informatica che permette la programmazione e progettazione di Sistemi sia hardware che software che permettono di dotare le macchine di determinate caratteristiche che vengono considerate tipicamente umane quali, ad esempio, le percezioni visive, olfattive, tattili, uditive, gustative, spazio-temporali e decisionali disciplina che vuole risolvere specifici problemi, o effettuare (simulare) ragionamenti che non possono essere compresi pienamente dalle capacità cognitive umane.
Ma cosa vuol dire intelligenza: imparare dall’esperienza? Scherzare? Mentire? Dipingere? Nel caso dell’Intelligenza Artificiale vuol dire avere un numero di dati input (dati regole, dati esempio, dati personali) sufficienti a trarre delle conclusioni adeguatamente precise per definire, per esempio, un percorso, una traduzione, giocare a scacchi oppure a Go, un suggerimento per gli acquisti, una diagnosi medica, una prenotazione, per chiamare Uber, ecc.
Intelligenza artificiale, i dati come “carburante”
I dispositivi di IA sono interattivi, autonomi e adattabili. Infatti, possono migliorare le loro funzionalità con l’aumentare del numero e/o della qualità dei dati input o tramite l’autoapprendimento (machine learning). Quest’ultimo è senz’altro il più insidioso perché rende i Sistemi di intelligenza artificiali imprevedibili, in quanto gli algoritmi ex ante vengono modificati ex post dal machine learning aprendo la questione delle responsabilità penali e civili.