Nell’utimo appuntamento vengono evidenziate le crescenti potenzialità della realtà virtuale. Molto spesso i principali obiettivi della realtà virtuale sono di tipo comunicativo, logistico e di customer experience. Un’azienda di vino può ad esempio scegliere di raccontarsi proponendo tour virtuali, “aprendo le proprie porte” e mostrando materie prime, metodi, persone e storia della propria produzione che sarebbe complesso comunicare con metodi tradizionali e soprattutto in maniera così efficace, non solo ma il racconto virtuale consente di rendere la filiera produttiva e/o trasformativa trasparente, per cui si può conoscere esattamente qual è il campo dal quale proviene quel vino, il luogo e il modo in cui viene lavorato (senza necessariamente spostarsi fisicamente nella vigna, nella cantina ecc.) e così via. Ma come rispondere all’esigenza di organizzare tour aziendali che non è sempre possibile fare in loco, soprattutto per contesti “particolari”?
L’azienda Gustarosso, grazie alla VR è riuscita a portare i propri clienti letteralmente sul campo dove viene coltivato il Pomodoro San Marzano DOP. Un’esperienza coinvolgente, grazie alla quale il cliente può muoversi liberamente e indirizzare la propria attenzione dove preferisce, seguendo le varie fasi di produzione previste dal disciplinare e instaurandoun forte rapporto di fiducia con i produttori.
Anche in questo caso, spiega Eugenio Pisani, esperto di tecnologie 4.0, sono state utilizzate videocamere speciali che registrano simultaneamente in tutte le direzioni, senza limitazioni di spazio, e in alcuni casi è stata prevista una produzione in CG (computer grafica) per dare maggiori informazioni (ad esempio i nomi delle aziende o delle fasi operative di cui si fa esperienza) e la visione avviene attraverso specifici visori o cardboard che l’azienda fornisce ai clienti in modo da farli sentire fisicamente e totalmente immersi in uno spazio che il cervello percepisce come naturale e reale.